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I momenti di svago possono essere impiegati in piscina, oppure percorrendo i numerosi sentieri a piedi o in mountain bike, di cui gran parte nei boschi, magari verso le bellezze segrete di questo territorio, come le grotte della piana, la Roccaccia, il piccolo lago di Corbara meta ambita dai pescatori.
La tradizione della cucina umbra e toscana trova la sua migliore espressione nei piatti serviti nel ristorante della Fattoria.
Il segreto del suo successo, maturato in anni di attività è derivato dalla genuinità e qualità dei prodotti utilizzati per realizzare: gli antipasti di salumi vari e crostini, primi piatti tipici di pasta fatta a mano conditi con sughi di cacciagione, gli arrosti cotti allo spiedo costituiscono l'attrazione più saporita e inimitabile. Il tutto servito con semplicità nell'imponente sala da pranzo del Castello.
La Produzione Agricola
Il Vino di Titignano
Produrre il vino è un arte che nasce nei campi e si concreta solo al momento della deguistazione. A Titignano questa arte è una tradizione secolare che ben si accompagna con la struttura del terreno particolarmente adatta alla produzione vitivinicola.
L'Olio di Titignano
Le olive di Titignano sono brucate a mano all'inizio della loro maturazione e spremute con cura nel frantoio della Fattoria con macine in pietra. L'olio di colore verde velato, profumato do erba fresca, è il risultato di un metodo antico, semplice e naturale.
Il Formaggio di Titignano
Il numeroso gregge fa da cornice ai verdi e profumati pascoli che forniscono il formaggio tutto l'anno e permettono la produzione di un latte di pecora eccezionale. Dopo un'attenta e naturale lavorazione la "cacaia" si riempie di ottimo Pecorino fresco o stagionato e di cremosa Ricotta.
Il Castello di Titignano è stato edificato da Farolfo di Montemarte nell'anno 937. La famiglia Montemarte di origine francese, è venuta in Italia a seguito di Ludovico II re di Francia. L'antica costruzione fu a lungo contesa fra la guelfa Orvieto e la ghibellina Todi. Successivamente tra il XVI e XVII secolo, fu trasformata in un grande palazzo con un piccolo borgo che ne costituisce la corte. Nel 1830 il Principe Don Tommaso di Filippo Corsini di Firenze, lo acquistò ad un'asta a lume di candela dallo Stato Pontificio che lo aveva confiscato alla famiglia Montemarte. L'attuale erede è la Marchesa Nerina Corsini Incisa della Rocchetta, proprietaria anche della fattoria di Salviano che insieme alla fattoria di Titignano ed alla fattoria di Vaglia compongono un'unica azienda agricola estesa oltre tremila ettari.