Anno agrario di conseguenza all'anno liturgico per propiziare i raccolti
I contadini con fastelli di fieno per la benedizione, 17 gennaio 1913, Fototeca Furio del Furia, Foiano della Chiana
Anche l'anno agrario era modulato sull'anno liturgico in maniera da propiziare al massimo i raccolti attraverso l'intercessione della divinità. Altre volte anche la semplice superstizione poteva arrecare tale aiuto.
Sono di seguito riportati i momenti principali dell'anno:
Ultimo di Carnevale:
era svolta la cerimonia, di chiaro sapore pagano del far lume al grano (si va in giro di notte per i campi con fiaccole di paglia accese recitando una nenia propiziatoria). Nelle feste d'inizio d'anno (Carnevale) i balli erano costituiti da passi che mimavano il salto (il Trescone in Toscana e il Saltarello nelle Marche) e si credeva che più alti fossero i salti, più alto sarebbe cresciuto il grano.
Domenica delle Palme:
si collocavano nei campi, a protezione delle messi, dei ramoscelli di olivo benedetti (antichi riti di fertilità legati al ritorno della primavera). Per prevenire il mal di schiena dei mietitori si faceva una capriola per terra quando si vedeva la prima rondine al ritorno della primavera o si strofinava la schiena facendo un giro attorno alla colonna di una pieve.
Ascensione (40 giorni dopo Pasqua):
per tale festa si svolgono le rogationes più importanti, trasposizione toscana della latina lustratio agrorum . Il corte gira per la campagna e si ferma davanti ad ogni croce che incontra per strada, mentre si recitano giaculatorie e salmi. Cominciavano tre giorni prima della festa e si chiudeva con l'Ascensione durante la quale festa si osservava il digiuno.
3 maggio:
venivano confezionate le croci intrecciando due bastoncini con giglio e rametto di ulivo benedetto della Domenica delle Palme.
Queste piccole croci erano piantate negli orti e nei campi per auspicare buoni raccolti.
Infiorata:
oltre alle decorazioni floreali di contenuto sacro esisteva una pratica di sfracellare un asino, una volpe, un cane e un gatto da un campanile. Da come cadevano tali animali si traevano pronostici sui raccolti.
S. Giovanni:
I Santi della mietitura erano Giovanni (24 giugno) e Pietro (29 giugno). La solennità di S. Giovanni coincide con il solstizio d'estate. Se per S. Giovanni la mietitura non aveva inizio perché il grano non era ancora maturo, si mieteva un piccolo mazzo di spighe a scopo propiziatorio. La rugiada che la mattina di S. Giovanni si formava sopra il grano era utilizzata per fare il pane, il cui consumo serviva come indulgenza e devozione. Si pensava inoltre che certe piante avessero maggior poteri medicinali come la camomilla.
29 giugno S. Pietro e Paolo:
si accendevano falò con la paglia.
26 luglio, S.Anna:
era proibito trebbiare. Fatto il pagliaio si poneva sulla cime di una piccola croce di canne con un ramoscello do olivo benedetto per proteggersi dai fulmini.
10 agosto, S. Lorenzo:
nel grossetano si sancivano i patti agrari
15 agosto, Assunzione:
la sera venivano fatti i falò con la paglia.
25 agosto, S. Genesio:
protettore degli epilettici: per impetrare la guarigione dei bambini si offre tanto grano quanto pesa l'ammalato.
24 dicembre:
la sera della vigilia si bruciava un po' dovunque il ceppo (ulivo o ginepro) per trarre auspici di vario genere secondo il numero delle faville e la direzione che prendevano. Successivamente il carbone durante la mattina della Epifania, era sparso nei campi per propiziarsi buoni raccolti.
Il Resurexit in processione nel 1919. Fototeca Furio del Furia, Foiano della Chiana