Ecomusei: Valorizzazione e difesa del territorio.
Delle strutture museali senza mura, corridoi o illuminazione possono sicuramente suscitare delle perplessità, togliendo la struttura infatti cosa resta? Rimane il patrimonio, fatto di oggetti e testimonianze; e quello degli ecomusei è proprio il territorio, che intendono valorizzare e proteggere con tutte le forme di vita animale e vegetale che lo popolano, un sistema prezioso e radicato nella storia della penisola.
L'attenzione verso questa nuova forma museale non è sconosciuta a quanti in questi anni si sono spesi per proporre e particare forme di turismo slow, secondo un approccio consapevole e rispettoso ai territori e alla natura in genere, dagli agriturismo alle piccole pensioni di un tempo che ancora sorgono nei parchi naturali.
Gli ecomusei non una forma precisa, al di là dei giochi di parole. Costituiscono infatti una modalità di valorizzazione e difesa del territorio che trova sempre più spazio su e giù per lo stivale, con alcune pratiche illuminate che hanno aperto la strada ai nuovi ecomusei che dovrebbero nascere nel prossimo anno. Da poco la regione Molise ha annunciato che istituirà alcuni ecomusei sul proprio territorio, un sistema davvero ben conservato di aree montane e rurali, ancora risparmiato dal turismo di massa, che rappresenta una risorsa ma anche una minaccia per i sistemi naturali, per gli animali e le piante. Gli ecomusei ad oggi sono una realtà molto diffusa in Piemonte ad esempio, e si basano su un accordo, su un patto tramite il quale la comunità del luogo si impegna a prendersi cura direttamente del proprio territorio. Non sono quindi dei parchi naturali, con cui spesso vengono confusi, proprio per l'idea che sta alla base del progetto, una decisione di tutta la comunità di agire per preservare e valorizzare il territorio in cui vive e opera. La scelta di creare un ecomuseo permette di attivare dei benefici non indifferenti per altre attività, dal turismo alla valorizzazione dei beni e delle attività culturali, dalla promozione del territorio allo sport. Ma a differenza dei musei tradizionali il pubblico cui si rivolge non è solo quello dei visitatori, turisti, frequentatori di sagre e agriturismo, ma anche e soprattutto la popolazione del luogo che in questo torna ad un rapporto più consapevole con il territorio, risorsa e scenario allo stesso tempo.
Le modalità con cui l'ecomuseo viene di volta in volta realizzato sono diverse, nulla di troppo definito: le persone sono coinvolte nel progetto con l'impegno di lavorare, passare il proprio tempo libero e svolgere le attività quotidiane con modalità più rispettose verso il territorio, le sue risorse e le altre forme di vita che vi si trovano. Quasi un vivere più discreto, che può rivelare inattesi tesori: colori, suoni e sapori che spesso sono coperti da rumori, luci e prodotti di cui si scopre di non avere così bisogno ad ogni ora del giorno.
In tale contesto innovativo la Regione Molise ha nei giorni scorsi approvato una legge che favorirà l'istituzione degli ecomusei regionali, nel quadro di un progetto di riorganizzazione del proprio sistema turistico-culturale. In un ambito in cui da tempo erano sorti meccanismi di associazione tra soggetti privati e pubblici in materia di promozione turistica e culturale, l'idea dell'ecomuseo è parsa la scelta più adatta, meno onerosa per le casse pubbliche e soprattutto a basso impatto ambientale e sociale nonché molto innovativa. E magari, si spera, porterà maggiore attenzione sul territorio molisano, un tesoro ancora in larga parte non conosciuto con le sue bellezze naturali, le produzioni artistiche e le attività artigianali. Un'interessante sfida per valorizzare la memoria storica e collettiva, ponendo l'attenzione sul ruolo dell'insediamento tradizionale nell'evoluzione del paesaggio moderno.