Il Programma di Sviluppo Rurale Basilicata si propone di aumentare la competitività degli imprenditori agricoli lucani.
La Lucania è una regione italiana a forte vocazione agricola. L'agricoltura in Basilicata è fondamentale in primo luogo per garantire un buon livello occupazionale e in genere, per creare un andamento economico positivo. Il Programma di Sviluppo Rurale lucano guarda soprattutto all'aumento della competitività delle imprese agricole lucane incrementando, di conseguenza, lo sviluppo rurale. Il PSR individua per lo sviluppo rurale e per la competitività delle imprese agricole i seguenti punti focali: aumentare il potere contrattuale degli imprenditori agricoli lucani, collegare aree urbane e rurali che hanno una buona capacità agricola produttiva con zone che hanno meno possibilità (per motivi climatici, difficoltà di accesso..) cercando punti di collaborazione che portino benefici a entrambe le zone, ad esempio l’innovazione di prodotti. Il Piano Strategico Nazionale, sulla base delle indicazioni comunitarie, ha classificato la Regione Basilicata interamente a vocazione rurale ed ha distinto la regione in zona montana, collinare e zona di pianura. Le zone montane e collinari sono definite come “Area rurale con problemi complessivi di sviluppo” (D), invece le zone piane vengono catalogate come “Aree rurali ad agricoltura intensiva specializzata” (B). Matera e Potenza sono entrambe catalogate come rurali. Matera ha una densità abitativa inferiore a 150 ab/kmq, il comune di Potenza, si ritiene debba essere inserito nell'area D perché la maggior parte del territorio comunale (74,2%) è destinato ad uso agricolo e forestale (rispettivamente il 61,2% e il 13%).
Di seguito riportiamo gli obiettivi così come indicati dal PSR Basilicata distinti per aree.
Area B “Pianura del Metapontino” - L’analisi effettuata evidenzia la necessità di migliorare l’aspetto competitivo delle filiere agroalimentari, anche mediante un adeguamento strutturale sia della singola impresa sia della logistica e della infrastrutturazione, aspetti questi ultimi sui quali intervenire in coordinamento con il FESR. In questa area diviene, quindi, prioritario promuovere l’introduzione di innovazioni e il rafforzamento di alcuni nodi della filiera, ai fini di una maggiore valorizzazione commerciale delle produzioni agricole. Infine non va trascurato il patrimonio turistico-culturale oltre che naturalistico che deve essere potenziato attraverso la valorizzazione delle emergenze e la diffusione di attività economiche nuove e diversificate. Area D. 1 – “Area ad agricoltura con modelli organizzativi più avanzati” – in questa area si evidenziano aree con coltivazioni specializzate per i quali è necessario migliorare l’aspetto competitivo delle filiere agroalimentari con interventi di adeguamento strutturale sulla singola azienda e lungo tutta la filiera. Il tessuto sociale ed economico si avvantaggerà delle azioni a favore del ricambio generazionale e della creazione di nuove opportunità lavorative. Infine, la presenza di ampie superfici boscate e di aree protette, con elevata presenza di biodiversità, richiama alla necessità di interventi legati alla tutela del patrimonio naturale. Area D. 2 – “Aree interne di collina e montagna” - I fabbisogni di questa area sono riconducibili a due grandi temi: le esigenze di riconversione economica degli operatori agricoli e delle aziende, particolarmente sensibili agli impatti della riforma della PAC e la necessità di arginare il depauperamento demografico ed il degrado ambientale conseguente, attraverso azioni a favore dell’attrattività dei territorio.
I finanziamenti prevedono, per la maggior parte, di migliorare l'ambiente e lo spazio rurale; di ammodernare le imprese agricole; di diversificare i prodotti e le attività delle imprese agricole.